L’importanza di miti e leggende – Molto spesso capita che si abbia una visione distorta della storia antica. Sostanzialmente si tende a immaginare gli antichi come dei creduloni.
Molti di noi, infatti, credono che per gli antichi le leggende e i miti fossero realtà ma non è così, soprattutto per gli scrittori e gli storici. Scrittori e storici romani, infatti, erano perfettamente consapevoli dell’inattendibilità del miti ma erano anche consapevoli del loro valore.
Il mito serve da memoria storica e deve aiutare, anhe i più ignoranti, a conservare il ricordo della storia di un popolo. E’ molto più semplice per chiunque ricordare la storia di Rea Silvia che unitasi a Marte diede alla luce due gemelli anziché elenchi sterili di popoli succedutisi nei secoli fino a dare vita alla città eterna.
A dimostrazione di ciò vi riporto un breve passo di Livio, autore vissuto nel I secolo a.C., e ben consapevole della differenza tra realtà storica e leggende: “La vestale (rea Silvia) essendole stata fatta violenza e avendo dato alla luce due gemelli, sia che ne fosse realmente convinta, sia perché meno disonorevole apparisse una colpa di cui era responsabile un dio, attribuisce a Marte la paternità della sua illegittima prole” (Livio, I, 4).
Insomma la storia di Marte padre di Romolo e Remo non convinceva neanche duemila anni fa eppure è stata tramandata per permette ai romani di ricordare meglio la discendenza dei due giovani e la vera storia della nascita di Roma.