Il miracolo di San Gennaro
Molti conoscono il miracolo di San Gennaro, il santo dei napoletani, ma pochi conoscono la tradizione delle cosiddette “parenti” di San Gennaro.
Secondo la tradizione S. Gennaro morì decapitato presso la solfatara di Pozzuoli nel 305 d.C. All’epoca dell’esecuzione un donna raccolse in due ampolle un pò del sangue del martire come accadeva spesso con i martiri. Furono proprio queste due ampolle a divenire protagoniste di un miracolo che ormai si ripete da secoli e che ebbe inizio nel XIV secolo.
Il miracolo della liquefazione del sangue avviene tre volte l’anno ma la data più significativa è sicuramente quella del 19 settembre, giorno del martirio.
Molte discussioni, scientifiche e non, sono nate in merito a questo avvenimento ma in sostanza ci si divide in genere equamente tra chi ci crede per fede e chi non ci crede proprio per mancanza di fede.
Secondo alcuni lo scioglimento avverrebbe per una questione chimica, secondo altri per miracolo. Per alcuni ancora però parte del merito della liquefazione sarebbe da ascriversi ad alcune donne, vale a dire le “parenti di S. Gennaro”.
Il miracolo di San Gennaro. La storia
Le parenti di San Gennaro
Fin dalla prima liquefazione alcune donne si dichiararono parenti, o meglio discendenti, del santo e diedero avvio a un rituale tutto particolare che precede e segue la liquefazione.
Il giorno previsto per la liquefazione queste donne si presentano presso il duomo di Napoli e cominciano a pregare San Gennaro affinché il miracolo abbia luogo.
Il canto delle Parenti di San Gennaro
Se a liquefazione tarda a verificarsi le donne, prevalentemente anziane, procedono con de rimproveri rivolti al santo ritardatario. Sarebbero le loro parole a innescare il miracolo e quindi sarebbe merito loro secondo alcuni se il santo continua a onorare la città e a proteggerla.
Una volta avvenuta la liquefazione le donne, oltre a festeggiare il miracolo, procedono pregando il santo con antiche nenie in napoletano. Eh sì perché anche se può sembrare latino apparentemente, in realtà si tratta di un dialetto napoletano stretto, spesso incomprensibile anche ai più giovani. San Gennaro del resto è il santo dei napoletani, come volete che gli si rivolga la gente se non nella sua lingua prediletta?
