Noi, loro e Montalbano.
Non sono una blogger di viaggi, sono una guida turistica e una scrittrice per cui mi limiterò a raccontarvi a modo mio questo viaggio di cinque giorni sulle orme di Montalbano.
La letteratura, l’arte, la musica a volte possono muovere l’economia meglio di molte politiche di governo e Ragusa Ibla, come tutta la Val di Noto, ne sono l’esempio lampante. Luoghi spettacolari ma, ahimè, sconosciuti al grande pubblico fino vent’anni fa hanno cominciato ad attirare moltissimi turisti e questo solo perché un siciliano speciale ha deciso di far conoscere al mondo le bellezze della sua terra.
Come noi tanti altri sono partiti alla volta di Ragusa e della Val di Noto semplicemente seguendo le orme di Montalbano, alla ricerca delle spettacolari location che fanno da sfondo a una delle serie più spettacolari della televisione italiana e come noi tanti altri hanno scoperto che c’è molto ma molto di più di quello che si vede in televisione.
Ci sono odori, suoni, colori che dal vivo sono molto diversi. Quando Montalbano mangia nel so ristorante preferito sulla spiaggia si può solo immaginare ciò che non si vede ma vi assicuro che una volta lì è tutto molto più bello.
Salerno-Catania
Il nostro viaggio è iniziato al porto di Salerno quando ci siamo imbarcati alla volta di Catania. Una notte di viaggio stancante ma fattibile, anche per la mia piccola truppa composta da due adulti e due bambini, un 5enne e una duenne nel pieno dei terribili due.
Se siete giovani e forti potete prendere anche il passaggio ponte che è più economico altrimenti, se avete bambini al seguito, vi consiglio le cuccette.
Per chi volesse farsi un’idea della spesa, in 4, incluso trasporto, benzina (avevamo macchina al seguito), mare, souvenir, ristoranti e quant’altro questo viaggio è venuto a costare 1.500€ totali. Quindi è fattibile e volendo, se avete un pò di voglia di cucinare (io non mi sono neanche avvicinata ai fornelli), potete risparmiare qualcosina.
I giorno – Ragusa Ibla
Appena arrivati a Catania ci siamo messi in viaggio alla volta di Ragusa Ibla e siamo arrivati esattamente all’ora di pranzo. Avevamo una fame da lupi e così consultando tripadvisor abbiamo cercato un localino e abbiamo scoperto That’s a Moro. Uno splendido ristorante con i tavoli su una terrazza in legno colorato e maioliche ma soprattutto pieno di teste di moro in ceramica dai colori sgargianti. Una location da favola che faceva da contorno a piatti di pesce ottimi.
Poi abbiamo raggiunto il nostro alloggio e abbiamo scoperto che stavamo letteralmente viaggiando sulle orme di Montalbano. Tutti gli attori del cast, infatti, erano a Ragusa Ibla per girare due nuovi episodi della serie. Insomma il nostro appartamento era in pieno set per cui ogni volta che volevamo raggiungerlo eravamo costretti a dare le generalità a tutti i membri dello staff della Rai. A essere onesta alla terza volta che ci hanno chiesto “chi siete? dove andate?” stavo per rispondere … un fiorino! Del resto sono pur sempre napoletana.
Eravamo alloggiati in un piccolo appartamento che si chiama Casagiò. Due camere da letto, cucina e due bagni. Piccolino ma molto bello. Noi durante le vacanze non passiamo molto tempo in casa per cui quello che abbiamo cercato nell’alloggio era una posizione ottimale e l’abbiamo trovata. A pochi metri dal Giardino Ibleo, un’area verde spettacolare accessibile anche di sera per passeggiate rilassanti al fresco e a dieci minuti a piedi dal centro.
Insomma posate le valigie siamo subito usciti per seguire un pò le riprese di Montalbano e andare a caccia delle location più note come ad esempio la sede del circolo del dott. Pasquano.
Raggiunta piazza duomo abbiamo preso per la prima volta il trenino barocco che ci ha portato a spasso per la città. Certo avrei preferito una guida turistica ma con due bimbi piccoli questo è stato il modo migliore per visitare la città intrattenendo anche loro.
La sera siamo andati a mangiare a Bistrò Biancomangiare che fa un arancino gourmet unico. duecento grammi di bontà allo stato puro appoggiati su una fonduta e coronati da mozzarella e pomodorini.
II giorno – Marina di Ragusa e Modica
La mattina del secondo giorno ce ne siamo andati al mare a Marina di Ragusa. Qui, volendo, la sera potete trovare anche un pò di movida se non siete due pensionati già a trent’anni come me e mio marito.
Il pomeriggio, invece, ce ne siamo andati a Modica, patria del cioccolato. Anche qui abbiamo trovato il trenino barocco che ci ha scarrozzato in giro per la città che effettivamente essendo tutta in verticale non è semplice da affrontare a piedi, figuriamoci con due bambini piccoli.
Modica, come Ragusa, Noto e Scicli sono delle città in cui il barocco siciliano trionfa e questo perché dovettero essere ricostruite completamente in seguito a un devastante terremoto databile alla metà del ‘600. A Modica, per chi non lo sapesse, è ancora oggi visibile la casa in cui nacque Salvatore Quasimodo, uno dei più noti poeti italiani.
Passiamo ora al cioccolato. Non aspettatevi in classico cioccolato perché rimarrete delusi. Il cioccolato di Modica non è il classico cioccolato commerciale, tendente al fondente e quindi dal sapore molto forte. Lo potete trovare praticamente ovunque ma alcuni amici siciliani mi avevano consigliato una cioccolateria e io ci sono andata. Si tratta di Bonajuto, la fabbrica del cioccolato più antica della Sicilia accanto alla quale si trova il piccolo ma simpatico museo del cioccolato.
Tornati a Ragusa Ibla siamo andati a mangiare alla Bettola (prenotate perché è sempre pieno) che è proprio accanto a That’a Moro ma propone prevalentemente piatti di carne. Il filetto col burro speziato è qualcosa di unico.
III giorno – Noto
Il terzo giorno abbiamo deciso per una full immersion a Noto, mattina mare e pomeriggio giro turistico della città. Sul mare niente da dire per carità ma la città non mi è piaciuta molto. Ci sono andata perché le guide cartacee la decantavano e le foto che avevo visto erano molto belle ma se devo essere onesta non mi ha colpita molto.
Comunque se decidete di andare ricordatevi di visitare la cattedrale, il municipio e il teatro e soprattutto se avete figlia di due anni spannolinata da poco non dimenticate in macchina il cambio… può succedere che l’unica pipì nei pantaloni di tutto il viaggio decida di farla proprio l’unico giorno in cui avete scordato il cambio.
La sera, tornati a Ragusa, ci siamo rifugiati nella trattoria LoSteri sita in una piazza molto tranquilla e con un menù molto particolare e gustoso.
IV giorno – Donnalucata e Scicli
Il quarto giorno la mattina siamo andati a mare a Donnalucata, che vanta ben uno stabilimento balneare ma allo stesso tempo una costa lunghissima e molto scenografica. Neanche a farlo apposta è proprio il lungomare di Donnalucata ad essere stato scelto per dare forma a Marinella, la frazione in cui abita Montalbano. Se la casa del commissario si trova a Punta Secca (c’ero già andata ma vale la pena una capatina) il resto è tutto a Donnalucata.
Il pomeriggio siamo andati a Scicli che mi ha letteralmente incantata. Il municipio della città è ormai noto come il commissariato di Vigata ma la città vanta moltissimi altri edifici spettacolari tra cui lo splendido palazzo Beneventano. Anche qui c’è il famoso trenino barocco, a proposito, quasi dimenticavo, se conservate i biglietti delle altre corse che avete fatto vi fanno uno sconto sul giro successivo.
Non perdetevi la chiesa della Madonna guerriera, che conserva una statua unica della vergine a cavallo che sconfigge due mori. La statua è lì per ricordare un evento storico avvenuto quando la città era sotto il governo dei Normanni. Scicli fu attaccata dai mori e ma gli sciclitani riuscirono a riportare una clamorosa vittoria che fu attribuito all’intervento divino. Ogni anni una ricostruzione storica permette ad abitanti e visitatori di rivivere quei convulsi momenti.
A Scicli c’è anche una farmacia storica visitabile. E’ la farmacia protagonista di un altro dei film tratti dai romanzi di Camilleri, vale a dire “la stagione della caccia”.
Tornati a Ragusa siamo andati a cena al ristorante i “quattro gatti” che è praticamente sotto l’appartamento in cui alloggiavamo. Ho mangiato una pasta spettacolare con tonno, pomodorini e mandorle tostate. Quando vi consigliano qualcosa dite sempre di sì e sperimentate anche cose che non avete mai mangiato.
V giorno – Donnafugata, Piazza Armerina e Catania
L’ultimo giorno è stato una specie di tour de force. Abbiamo salutato Daniela, la gentilissima proprietaria di Casagiò e siamo partiti alla volta di Donnafugata. Un’abitazione costruita su un’antica fortezza che secondo alcuni prende il nome da un termine arabo che significa “fonte della salute”. C’è però un’altra leggenda che parla di una donna tenuta prigioniera nell’edificio che è riuscita a fuggire da cui il nome Donna fugata, o meglio, donna fuggita.
Location di diversi film tra cui I Viceré e ovviamente Montalbano. Non so voi ma io quando ho viso la spettacolare villa del mafioso Balduccio Sinagra mi sono ripromessa di trovarla e farci un giro e ci sono riuscita. Nella villa c’è anche un bellissimo labirinto di pietra per non parlare delle vecchie case e botteghe che sono nello slargo davanti al castello.
Dopo un’ora di viaggio siamo arrivati alla villa del Casale di Piazza Armerina. Qui ci sono delle guide locali che offrono servizio guida per chi fosse interessato. Evitate le audioguide che sono di una palla mortale. I mosaici della villa sono effettivamente bellissimo come ci si può immaginare e coloratissimi. Vi troverete di fronte a una villa romana (III secolo d.C.) di proporzioni assurde con tanto di peristilio, basilica e settore termale. Nel settore termale sono ancora perfettamente visibili i praefurnia e i tubi in terracotta usati per diffondere il calore.
Ultima tappa di una giornata massacrante è stata Catania. Qui, altro giro altra corsa, abbiamo preso l’ennesimo trenino che ci ha permesso di scoprire in circa un’ora il meglio della città. Certo non è un tour sufficiente per apprezzare Catania ma meglio di niente. Abbiamo visto il teatro e l’anfiteatro, il parco cittadino (che avrebbe meritato una passeggiata come si deve) e diverse chiese, per non parlare del teatro Bellini.
La sera tardi ci siamo imbarcati e ci siamo avviati alla volta di casa con il cuore a pezzi e tanta voglia di tornare.