Le catacombe di San Gennaro
Le catacombe di San Gennaro sono uno dei tanti gioielli che Napoli nasconde nel suo sottosuolo. In realtà queste catacombe non sono scavate sotto terra ma nel fianco della collina di Capodimonte ma erano comunque celate agli occhi dei più.
Le catacombe di San Gennaro sono completamente diverse da quelle che potete ammirare a Roma. Mentre a Roma siete di fronte a cunicoli molto stretti, a Napoli i corridoi che ospitano le prime sepolture cristiane sono molto ampi e aperti. La struttura si divide in due livelli, quello inferiore, più antico e risalente già al II secolo d.C., e quello superiore.
Le catacombe di San Gennaro, come tutte le catacombe, nascono là dove è collocata la tomba di un martire, nel caso di Napoli ovviamente si tratta di San Gennaro.
La visita
La visita guidata alle catacombe ha inizio dal livello superiore dove è possibile vedere i tre diversi tipi di sepolture che caratterizzano questo luogo. Il primo tipo, quello più semplice, è la fossa scavata nella pavimentazione. Scavati nelle pareti di tufo ci sono poi i loculi e gli arcosoli.
I loculi sono delle normalissime aperture rettangolari di diverse dimensioni nelle quali veniva collocato il corpo del defunto. I loculi venivano chiusi con dei mattoni e poi, solo in alcuni casi, decorati con quelli che all’epoca erano i simboli della cristianità.
Gli arcosoli sono sicuramente le tombe più ricche e meglio decorate e sono realizzati all’interno di aperture scavate nel tufo e che ricordano moltissimo le cappelle che normalmente vedete nelle chiese. L’arcosolio è in genere decorato ad affresco e può presentare i ritratti dei defunti o quelli dei santi patroni della città.
La tomba di San Gennaro
San Gennaro fu decapitato presso la solfatara di Pozzuoli e il suo corpo, insieme a quello degli altri cristiani uccisi quel giorno, furono sepolti in un campo. I resti di questi martiri rimasero in quel campo fino a che i rappresentanti delle città natali di questi uomini andarono a riprenderseli di nascosto. Nessuno però andò a prendere i resti mortali del povero Gennaro che rimasero in quel campo per tantissimo tempo.
Un giorno, il vescovo di Napoli Giovanni I, dato che Napoli non aveva un suo martire, decise di andare a disseppellire quei miseri resti per portarli nella sua città. Fu così che Gennaro ebbe la sua tomba e Napoli il suo martire.
La tomba di San Gennaro è nel livello più basso delle catacombe ma è visibile dal livello superiore. La sepoltura si trova in una stanza chiusa su tutti i lati e fu riscoperta dopo qualche tempo quando la copertura crollò rendendo visibile quella stanza segreta. Che poi tanto segreta non era dato che i Longobardi, nell’831 d.C., vi entrarono per rubare parte dei resti del santo.
Ma perché i Longobardi si interessarono a San Gennaro? Semplice, perché i Longobardi a quel tempo erano diventati i signori di Benevento e San Gennaro era vescovo di Benevento al momento della sua mote, per cui le sue ossa dovevano tornare in quella città. O almeno questa era l’idea dei Longobardi.
Per sapere di più su San Gennaro
Il quartiere di San Gennaro
Se volete conoscere la storia di questo santo non potete visitare solo le catacombe ma dovete visitare tutto il suo quartiere, vale a dire il Rione Sanità. Dovete perdervi, con una guida ovviamente, nelle stradine di questo quartiere per scoprire le sue meraviglie.
Il cimitero delle fontanelle con i teschi e il culto delle anime del purgatorio, la chiesa della Sanità con le catacombe di San Gaudioso, la casa natale di Totò, porta San Gennaro e tanto altro.
Se volete capire i napoletani e il culto di San Gennaro allora dovete fare un giro al Rione Sanità.
Per le visite guidate cliccate qui.