La Reggia di Carditello: una villa rustica di epoca borbonica
La reggia di Carditello era uno dei fiori all’occhiello dei Borbone, insieme a San Leucio ovviamente. Si trova poco lontano da Caserta, nel comune di San Tommaro, ma è completamente fuori dai circuiti turistici purtroppo.
Voluta da Ferdinando I delle due Sicilie, la reggia di Carditello prende il nome dalla notevole presenza di cardi nella zona in questione. L’inizio della costruzione risale al 1787 è prende a modello l’antica Roma. Come sappiamo all’epoca era in voga il neoclassicismo che prevede un recupero del classico ma non solo in ambito artistico.
La scoperta di Pompei ed Ercolano avevano dato un grande impulso alla riscoperta dei classici, il che influenzò diversi settori. Lo studio dei classici greci e romani aveva stimolato un pò tutti, artisti, architetti ma anche sovrani. La Reggia di Carditello non è né più né meno che una villa rustica.
Ai tempi dei romani, accanto alle ville da ozio si ergevano le ville rustiche. Delle vere e proprie fattorie divise in tre settori: una parte dedicata alla produzione, una alla conservazione di utensili e schiavi, e una destinata alla funzione di abitazione. La reggia di Carditello riprende in grande questo schema.
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Una fattoria di tutto rispetto
Ferdinando I usava la Reggia anche come rifugio quando voleva dedicarsi alla caccia ma Carditello era molto di più. Non una semplice villa dove passare la stagione ma un’azienda agricola funzionante tutto l’anno, anche quando il re non c’era.
Qui venivano allevati cavalli e altri animali, qui l’agricoltura raggiungeva livelli molto avanzati e sempre qui veniva prodotta la mozzarella. Quando il re arrivava nella reggia viveva quasi a diretto contatto con gli operai. A dividere la reggia vera e propria, che è collocata al primo piano, dalle zone di produzione, che erano al pian terreno e tutto intorno all’edificio centrale, c’era solo una scala.
Al piano terra erano collocate le cucine, le stalle e gli ambienti di servizio. A primo piano c’erano invece, la camera da letto, la biblioteca, la sala da gioco e la sala da ballo. A coronamento dell’edificio c’era una splendida terrazza.
Il declino della reggia di Carditello
Purtroppo il destino di questa splendida tenuta, nota anche col nome di Reale Delizia, non fu dei migliori. Con la caduta dei Borbone pian piano perse la sua funzione produttiva per poi essere lentamente abbandonata.
Qui trovarono rifugio alcuni briganti ai tempi di Garibaldi e sempre qui si sistemarono anche dei soldati americani, i quali pensarono di lasciare un loro ricordo. Al centro del galoppatoio, quella vasta area verde che si trova davanti alla reggia, c’è un tempietto ionico con due obelischi. Un tempo nel tempio c’era una statua di Diana gli americano pensarono bene di disegnarvi delle pin-up.
Nel 1952 la reggia finì nelle mani del Consorzio Generale di Bonifica Del Basso Volturno che si indebitò talmente tanto da dover mettere all’asta l’edificio. Alcuni cittadini della zona, indignati per le condizioni in cui versava la reggia, diedero inizio a una campagna di sensibilizzazione per il recupero del bene.
È così che dopo essere stata una discarica e poi cava di materiali (molti dei pavimenti e dei marmi sono stati rubati) la Reggia è tornata fruibile al pubblico.
Visite Guidate
Tante sono le storie che si possono raccontare a proposito di questo luogo. Si può parlare della tavola matematica, questo congegno per far apparire e scomparire la tavola per la cena. Si può parlare delle gare di cavalli che vi si svolgevano. Si può parlare dei sovrani rappresentati negli affreschi che la decorano. Possiamo parlare di tante altre cose oltre a quelle che vi ho già raccontate per cui se vi va prenotate una visita guidata per scoprire con me questo luogo.