Ischia. L’isola verde

Ischia e i miti greci.

Ischia è un’isola particolare, per la precisione è, secondo il geologo Alfred Rittmann, un horst vulcano tettonico. In parole povere l’isola non è un vulcano classico, come molti a lungo hanno creduto. Sotto la superficie non c’è la classica camera magmatica ma una camera rettangolare e lunga frutto di tensioni tra faglie.

L’Epomeo, che campeggia al centro dell’isola, non è dunque un vulcano con tanto di cratere ma un monte frutto di spinte sotterranee da parte del magma che fuoriesce dalla camera magmatica. Le fumarole, le acque idrotermali e i terremoti sono il risultato proprio dell’attività tra faglie.

Una spiegazione scientifica che non fa una piega ma non possiamo non ricordare anche la versione mitologica. Il mito, infatti, narra che un tempo la dea Gaia mise al mondo un gigante di nome Tifeo allo scopo di attaccare Zeus e vendicare Crono. Il gigante effettivamente lottò contro il padre degli dei ma fu sconfitto. La sua doveva essere una punizione esemplare e così fu scagliato in mare e bloccato sott’acqua per L’eternità da un masso gigante.

La pietra in questione non era altro che l’isola di Ischia. I terremoti, le fumarole e le eruzioni non sono altro che i movimenti del gigante che si lamenta, si torce e tenta di liberarsi. A confermare il mito ci sarebbero i nomi di alcune frazioni dell’isola che ricordano delle parti del corpo umano, come ad esempio testaccio, panza, ciglio, piede.

I miti greci nei Campi Flegrei. La gigantomachia

L’isola verde

Ischia viene chiamata l’isola verde per due motivi: la vegetazione e il tufo verde. Per assurdo, pur essendo un’isola, Ischia non ha mai avuto una vera vocazione alla pesca. Commercio sì ma pesca no. Questo non vuol dire che non ci sono pescatori ma che non si tratta di un’attività primaria. L’agricoltura è sempre stata l’attività più praticata anche se non si è mai riusciti a produrre più del fabbisogno degli isolani stessi.

Ad un certo punto gran parte del territorio dell’isola fu destinato alla produzione di vino. Anche sul Vesuvio del resto, così come nei Campi Flegrei e in molte aree vulcaniche la produzione di vino è ottima. Eppure non sono solo le viti a dare all’isola un colore “verdastro”.

A Ischia, infatti, è possibile notare due tipi di tufo, il classico tufo giallo e il tufo verde. È quest’ultimo a dare il colore verde a Ischia. I due diversi tipi di tufo sono frutto di eruzioni ma mentre il primo materiale si è depositato all’aperto, il secondo è finito inizialmente sott’acqua. Fu quindi l’acqua di mare a conferire al normale tufo giallo la colorazione verdastra. Il tufo verde dunque un tempo era invisibile poi, in seguito ad altre eruzioni, è stato spinto in superficie fino a caratterizzare tutta la parte centrale dell’isola.

Nel tufo verde gli isolani hanno scavato per ricavare dei rifugi ma anche per ricavare del materiale da costruzione. Sull’isola si possono vedere diverse strutture costruite in tufo verde ma le più caratteristiche sono sicuramente le parracine. Si tratta di muri a secco che delimitano le proprietà. Spesso il tufo verde viene alternato a piccoli blocchi di tufo giallo il che fa spiccare ancora di più il verde.

Per saperne di più circa la storia geologica dell’isola

Faccio succedere Casamicciola!

L’attività vulcanica nel golfo di Napoli ebbe inizio circa 150.000 anni fa con la prima eruzione che provocò l’emersione della prima parte dell’isola di Ischia. Da allora è stato un continuo. L’ultima eruzione invece risale al 1301/2 ed è detta dell’Arso. Le eruzioni si sono sempre alternate a terremoti che hanno portato in diversi casi allo spopolamento dell’isola.

Il terremoto più recente risale al 21 agosto del 2017 ma quelli più noti sono sicuramente quelli che si sono verificati alla fine dell’800, per la precisione nel 1828, 1879 e 1881. L’ultimo fu il pi distruttivo. Si parla di 2313 morti e più di 700 feriti. Il comune più colpito (a Ischia ce ne sono 6) fu quello di Casamicciola. Solo in questo comune furono contati più di 1700 morti e quasi tutte le case furono rase al suolo.

Nel 1881 a Casamicciola si trovava anche la famiglia di Benedetto Croce, illustre letterato napoletano. Il povero Benedetto perse tutti i suoi cari durante il terremoto e fu così che fu “adottato” da alcuni parenti. Casamicciola è dunque l’emblema del disastro, ecco perché quando un napoletano minaccia di fare un pandemonio spesso dice “faccio succedere Casamicciola!”. Mia nonna lo diceva sempre quando la esasperavamo.

Visite guidate

Molti pensano che basti andare a Ischia a fare un bagno o a godere delle terme per conoscere l’isola, niente di più sbagliato. Se vi limitaste a fare questo vi perdereste tante tradizioni e dettagli. Affidatevi dunque a una guida.

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Ischia. L’isola verde
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Ischia. L’isola verde
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Ischia è forse la più bella delle isole della Campania. Un piccolo gioiello unico quanto fragile. Un’isola verde e non solo per la vegetazione. Scopriamola insieme.
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Morosofi. Unusual Guided Tours
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