La certosa di San Martino a Napoli

Certosa di San martino

Un difficile rapporto padre figlio.

La storia della Certosa di San Martino a Napoli ha inizio durante gli anni venti del ‘300. Siamo sulla collina del Vomero e il giovane Carlo, figlio ed erede di Roberto d’Angiò, ha deciso di costruire una certosa in città. Si tratta di un’anomalia dato che in genere le certose sono molto isolate ma il progetto andò avanti ugualmente.

L’architetto che per primo si occupò di questa fabbrica fu il toscano Tino da Camaino. È il 1325 quando il progetto viene avviato e la certosa richiede molto spazio. I certosini sono monaci che passano gran parte della loro vita in solitudine per cui le loro celle non sono piccole come quelle dei francescani. Le celle dei certosini richiedono molto spazio per cui anche la certosa deve essere grande. Roberto e suo figlio Carlo erano spesso in contrasto o meglio in competizione e così, quando Carlo diede inizio alla costruzione della certosa, Roberto cercò di ostacolarlo.

Accanto alla certosa, infatti, sorgeva un castello detto Belforte (che poi diventerà col tempo noto come Castel Sant’Elmo). Roberto comincia i lavori di ampliamento del forte nel 1329 togliendo spazio alla certosa del figlio. Carlo però poteva contare su Tino, il quale fece qualcosa di spettacolare. L’architetto, infatti, riuscì a recuperare spazio lì dove non ce n’era. Costruita una contrafforte vi realizzò sopra un terrazzamento per cui la certosa oggi poggia sul fianco della collina del Vomero.

A Roberto, oltre all’ampliamento del Belforte si deve anche la costruzione della splendida chiesa di Santa Chiara.

Santa Chiara: chiesa e chiostro

La Certosa di San Martino a Napoli e il barocco

Molti furono gli architetti che si successero alla certosa di San Martino a Napoli ma il più famoso di tutti fu sicuramente Cosimo Fanzago. Attivo a metà seicento finì anche in causa con i certosini per il suo caratteraccio.

La chiesa e il monastero col tempo finirono per diventare un vero e proprio museo dell’arte barocca. Tutti i più grandi artisti del tempo hanno lavorato alla decorazione del complesso. Già il pronao della chiesa ospita opere di Belisario Corenzio e Micco Spadaro, opere che trattano delle persecuzioni subite dai certosini, specie in Inghilterra.

La chiesa poi è un trionfo di marmi colorati, dorature, opere scultoree di artisti del calibro di Giuseppe Sammartino, autore del famosissimo Cristo Velato. Il coro poi è adornato con tele di Guido Reni, Jusepe Ribera e Battistello Caracciolo. Quest’ultimo è stato uno dei più noti caravaggeschi napoletani. Nel 1622 l’artista stipulò un contratto molto particolare con i monaci.

Battistello Caracciolo avrebbe dovuto realizzare per i monaci una lavanda dei piedi. Le nuove tecniche in voga all’epoca non convincevano sempre tutti, basti pensare quante volte i quadri di Caravaggio furono poi rifiutati dai committenti. Caracciolo si accordò con i monaci di San Martino in questo modo: io faccio il quadro, se vi piace me lo pagate… il quadro è ancora lì.

La trasformazione in Museo

Quando a Napoli giunsero i francesi i certosini furono un pò troppo solerti con il loro comandante, Championnet, e così Ferdinando di Borbone, una volta tornato dal suo esilio in Sicilia, fece chiudere il monastero. Con l’Unità d’Italia il monastero divenne uno dei più bei musei di Napoli ma ahimè è poco noto al grande pubblico.

Il museo della Certosa di San Martino a Napoli ospita moltissime opere d’arte divise in sezioni: quella presepiale, la navale, le carrozze, quella teatrale, quella dedicata alle memorie della città. A queste sezioni bisogna aggiungere la chiesa, i chiostri, la spezieria e tutti gli ambienti dietro la chiesa e usati dai monaci del monastero. Insomma ci si potrebbe passare un’intera giornata.

La sezione presepiale

Questa sezione vi permette di approfondire la conoscenza dell’arte presepiale napoletana. Qui sono conservati anche dei pastori realizzati da Giuseppe Sammartino che, come dicevamo, è l’autore del Cristo Velato. Sammartino, per chi non lo sapesse, era considerato uno dei più bravi figurati (produttori di pastori) che siano mai esistiti.

I presepi sono stati alloggiati nelle vecchie cucine del monastero e proprio di fronte a questa sezione, infatti, potete ancora ammirare il refettorio dei monaci. Da non perdere è sicuramente il Presepe Cuciniello, uno dei più belli, come pure il presepe di San Giovanni a Carbonara che è invece il più antico.

Per info sul cristo velato clicca qui.

Navi e carrozze

Nella certosa sono conservate anche due navi, una appartenuta ai Borbone e una ai Savoia, e due carrozze. Una delle due carrozze è la berlina di Ferdinando IV. Realizzata nel 1806 per il re di Napoli fu poi usata anche da Murat e da Ferdinando II. Con l’Unità d’Italia fu portata a Firenze e solo più tardi riportata a Napoli.

Accanto alle carrozze c’è anche la famosa “colonna infame”. Un tempo collocata presso la Vicaria, meglio nota come Castel Capuano, divenuta sede dei tribunali di Napoli nel 1535, la colonna era l’incubo degli imprenditori e dei commercianti. Presso questa colonna, infatti, venivano ad umiliarsi coloro che avevano perso tutto per non essere riusciti a saldare i propri debiti.

Le immagini della città

Un’altra sezione degna di nota è quella dedicata alle immagini della città. Qui è possibile ripercorrere la storia della città attraverso quadri, ritratti e planimetrie. Don Pedro di Toledo, Masaniello e tanti altri sono protagonisti di questa sezione. La sezione si sviluppa all’interno dell’antico monastero e per raggiungerla si passa anche davanti a delle celle. Accanto alla porta d’ingresso degli appartamenti dei monaci c’era una porticina usata dai conversi per passare il pranzo ai monaci.

I monaci, come dicevamo, non potevano avere troppi contatti tra di loro e così i conversi facevano loro da tramite. Dietro la chiesa, oltre al coro dei monaci, potete ammirare anche il coro dei conversi. I monaci potevano incontrarsi solo in certe circostanze come ad esempio durante le riunioni presso il capitolo o in parlatorio.

Visite guidate

Insomma cercare di riassumere in un articolo tutte le bellezze e le particolarità di questo luogo è praticamente impossibile. L’ideale sarebbe fare una bella visita guidata alla certosa, se poi siete guidati da una persona che conosce bene il luogo ancora meglio.

Per le visite guidate clicca qui.

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La Certosa di San Martino a Napoli
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La Certosa di San Martino a Napoli
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La certosa di San Martino a Napoli è uno dei musei più belli della città, anche se troppo spesso sottovalutato. Scopriamolo insieme.
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