Viaggiatori e non turisti.
Cosa vedere a Napoli gratis? E’ una domanda che pochi si fanno perché Napoli è una città tutto sommato economica. Se scegliete di essere viaggiatori e non turisti, evitando quindi i classici stereotipi, scoprirete degli angoli insoliti della città e soprattutto gratuiti.
I luoghi che sto per proporvi di visitare sono aperti gratuitamente al pubblico non perché di scarso valore ma perché non rientrano nel circuito turistico tradizionale. Si tratta di luoghi poco battuti dalle masse, un motivo in più per andare.
Si tratta di luoghi pieni di storia che nascondono tanti piccoli e grandi segreti da non perdere assolutamente. Scopriamoli insieme!
Un quadro magico
Nel quartiere di Forcella, ahimé per troppo tempo bistrattato, sono conservati parecchi gioielli; opere d’arte uniche di cui però i più non si curano. Una di queste opere spettacolari si trova proprio all’imbocco del quartieri in una chiesa dalla storia unica.
Alla domanda: cosa vedere a Napoli gratis? possiamo rispondere quindi indicando in primis la chiesa di San Giorgio Maggiore. L’edificio si trova su via duomo e appena entrati capirete subito quanto è speciale. Dietro l’ingresso principale si nasconde l’abside paleocristiano sopravvissuto al passare dei secoli. Manca però la navata di destra distrutta all’epoca del risanamento.
Come fare per vedere il quadro magico?
Se chiedete al sagrestano vi porterà dietro l’altare della chiesa dove vi troverete di fronte a due splendidi quadri. Quello di sinistra però nasconde un segreto. Con un sistema di cerniere il quadro si muove “magicamente” per rivelare la presenza di un affresco del ‘600 opera di Aniello Falcone.
Il soggetto rappresentato è proprio San Giorgio, noto per aver sconfitto un terribile drago. Il sagrestano provvederà poi a richiudere il quadro come da prassi, per proteggere l’affresco e voi vi sarete goduti uno dei segreti della città.
orari chiesa di San Giorgio Maggiore
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Cosa vedere a Napoli gratis? Il palazzo del diavolo
Ebbene sì, a Napoli potete vedere un palazzo, o meglio l’ingresso di un palazzo, noto come il palazzo del Diavolo.
Se andate nella zona dei banchi nuovi vi troverete di fronte la facciata di un palazzo quattrocentesco con un portale fantastico. La facciata presenta dei blocchi di pietra sui quali potete vedere dei gigli, simbolo della casa reale alla quale era legato il proprietario e poi delle penne. Le penne sono lì perché il proprietario del palazzo non era il diavolo bensì Antonio Penne.
Perché si chiama il palazzo del diavolo?
Il signor Antonio Penne pere si fosse innamorato, come molti altri, di una donna molto bella la quale, avendo molti pretendenti, decise di metterli alla prova.
La donna sfidò i suoi pretendenti, disse loro che avrebbe sposato colui che fosse riuscito a costruire un palazzo in una sola notte. Antonio Penne, che oltre ad essere ricco era anche audace, pensò di rivolgersi niente di meno che al diavolo. L’uomo promise la sua anima in cambio del palazzo.
L’accordo però fu completato con una clausola. Antonio disse al diavolo che, completati i lavori, avrebbe dovuto contare i chicchi di grano che lui stesso avrebbe messo nel cortile del palazzo, senza sbagliare di un chicco. Il diavolo ovviamente accettò e così ebbero inizio i lavori.
Il palazzo fu terminato, come da accordi, in una sola notte. A questo punto non restava che contare i chicchi di grano. Il diavolo impiegò un attimo e alla fine disse il numero… sbagliato.
Eh sì perché Antonio Penne aveva messo della pece tra i chicchi e così alcuni erano rimasti attaccati sotto le unghie del maligno che non li aveva contati. Fu così che Penne si tenne sia il palazzo che l’anima.
Un orologio che segna l’ora del delitto.
Se raggiungete la zona di Piazza Mercato a Napoli, quella presso la quale avvenne la rivolta di Masaniello, potrete ammirare un orologio particolare.
L’orologio della chiesa di Sant’Eligio, anche questa stupenda, gratuita e fuori dai circuiti turistici soliti, da un lato ha due teste e dall’altro una sola lancetta.
Siamo di fronte a due delitti, per così dire, di cui l’orologio porta memoria.
Le due teste rappresentano un uomo e una donna protagonisti di una storia insolita. Lui ricco e in là con gli anni, lei povera e giovane. Lui, abituato ad avere tutto, la vuole e cerca di ottenerla con la violenza. Lei si rivolge alla regina di Napoli per chiedere giustizia. Voi penserete, stai fresco se aspetti giustizia, e invece no, non quella volta.
La regina prima obbligò l’uomo a sposare la donna e poi lo condannò a morte lasciando lei erede di tutto.
Un’esplosione pazzesca
Il secondo delitto di cui l’orologio conserva la memoria potrebbe anche essere stato un incidente. Nel marzo del 1943 una nave chiamata Caterina Costa esplose. Veniva usata dai fascisti e dai nazisti per trasportare materiale bellico sulle coste africane ed era stracarica di uomini e materiali quando scoppiò un incendio.
Nessuno riuscì a domare le fiamme e così la nave, carica anche di esplosivi, saltò in aria. I pezzi di uomini e materiali giunsero un pò ovunque nella città di Napoli. Un pezzo raggiunse il campanile della chiesa di Sant’Eligio tranciando di netto un delle due lancette e bloccando l’orologio all’ora del delitto.
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