Un amico napoletano.
Nato in America nel 1928 da immigrati cecoslovacchi, Andy Wharol è uno degli artisti più noti del suo tempo. Al grido di “Paganini non ripete, Andy Wharol sì” ha rivoluzionato il concetto di Arte rendendola più popolare e anche accessibile. L’arte diventa un qualcosa di meno distante e che può essere prodotto in serie diventando anche un brand e al passo coi tempi.
Ma come mai questo artista americano si trova a Napoli? Nel 1974 Andy Wharol conosce a New York il mercante d’arte napoletano Lucio Amelio, noto anche per la famosissima collezione Terrae Motus conservata alla Reggia di Caserta. Nella collezione è presente anche un quadro di Wharol che dal ’74 in poi collaborò spesso con Amelio.
Amelio invita Wharol a Napoli e lui nel 1975 viene per la prima volta. Napoli lo affascina perché come New York è una città piena di problemi ma di una vitalità unica e lo fa al punto da renderla “un’opera d’arte”. Dopo una passeggiata sul Vesuvio Wharol acquista una cartolina pagandola pochi centesimi e dà vita alla famosa serie Vesuvius. 18 tele rappresentanti il Vesuvio che diventa simbolo di Napoli distruttiva e potente allo stesso tempo.
Nel 1985, due anni prima della sua morte, le tele della serie Vesuvius furono esposte durante una mostra personale a Capodimonte consolidando il legame tra l’artista e la città che ormai dura da dieci anni.
La serigrafia. Una novità antica secoli
La tecnica più utilizzata, anche se non l’unica, da Andy Wharol è la serigrafia. Ben nota già ai Cinesi da secoli e molto utilizzata in Francia per colorare i tessuti, la serigrafia prende il nome dalla matrice di seta che caratterizza il processo.
Si parte, come dicevamo, da una matrice di seta. I fori della seta che non servono vengono chiusi. Realizzata la matrice la si inserisce in un telaio, sotto si pone poi il supporto da colorare e si prende poi il colore prescelto. Quest’ultimo viene applicato sulla matrice e passerà solo attraverso i fori rimasti aperti trasferendo l’immagine sul supporto sottostante. Per ogni colore serve una matrice diversa. Va da sé che una volta realizzata una matrice, cambiando il colore, sarà possibile riprodurre in serie e con colori diversi la stessa immagine.
La serie Vesuvio non rientra però in quelle fatte con la tecnica della serigrafia. Infatti, quando ha realizzato questa serie di opere, Wharol ha deciso di optare per l’acrilico su tela, quindi la tecnica che usa è quella pittorica in senso stretto. La scelta quasi sicuramente è dovuta al fatto che l’artista voleva rivisitare il genere del vedutismo napoletano, quello delle splendide vedute ottocentesche e non solo, a modo suo.
Andy Wharol a Napoli
Dal 25 settembre 2024 fino a febbraio 2025 sarà possibile vedere una piccola mostra dedicata a Andy Wharol presso le Gallerie d’Italia. In mostra ci saranno diverse opere tra cui il Triple Elvis, Mao e un paio di Vesuvius.
Come sempre organizzo delle visite guidate allo scopo di aiutarvi a comprendere meglio questo artista e le sue opere. Tratteremo vari argomenti relativi alla tecnica ma parleremo anche di alcune curiosità:
sapevate che Wharol ha subito un attentato?
come è nata l’idea dell’opera Vesuvius?
sapevate che qualcuno ha sparato a uno dei quadri di Mao?
questo e tanto altro durante il tour. Vi aspetto.