L’antiquarium di Boscoreale
L’antiquarium di Boscoreale fu voluto per poter realizzare un museo che accogliesse tutto ciò che è necessario per comprendere la vita nei paesi vesuviani nel I secolo d.C.
Qui, infatti, sono state realizzate delle sale, divise per ambiti tematici, dove potete visionare oggetti di uso quotidiano. Prima della scoperta di Pompei ed Ercolano si sapeva poco della vita quotidiana nell’antica Roma. Con la scoperta di questi due siti Il materiale a disposizione degli studiosi aumentò a dismisura. Tuttavia non ci sono solo Pompei ed Ercolano.
Se queste due città possono darci informazioni su come si viveva nel I secolo d. C. in due piccole cittadine, abbiamo bisogno di Boscoreale per scoprire la vita di campagna e di Oplonti e Stabia per approfondire la conoscenza delle ville da Ozio.
Strumenti di uso quotidiano
Nell’antiquarium di Boscoreale, come dicevamo, si possono trovare tutti gli strumenti usati quotidianamente dalle persone nel I secolo d.C. Non solo strumenti usati in casa o dalle persone più comuni ma anche quelli usati da professionisti.
Nell’antiquario, ad esempio, è possibile vedere una groma, strumento usato dal gromatico. Costui era addetto alla divisione dei lotti di terreno e la groma serviva a tracciare linee precise.
Poi abbiamo arnesi come zappe e picconi che servivano a lavorare la terra e anche resti di reti e ami usati dai pescatori. Tutto questo materiale, insomma, ci aiuta a comprendere meglio cosa accadeva nei paesi vesuviani poco prima della devastante eruzione.
Sono conservati qui anche due calchi, uno di un cane e uno di un maialino. Tra gli oggetti conservati c’è anche un vaso con dei fori che viene classificato come glirario. Si tratta di un contenitore per l’allevamento dei ghiri che venivano poi mangiati.
Villa Regina
L’antiquarium di Boscoreale è stato realizzato nel luogo in cui si trova ancora oggi per un motivo ben preciso. Anna to all’antiquarium si trova Villa Regina, una delle tante ville rustiche trovate nella zona attorno a Pompei. L’area che oggi prende il nome di Boscoreale, un tempo era l’ager di Pompei.
Insomma Boscoreale un tempo era una vasta area coltivata con delle ville rustiche qua e là. Le ville rustiche erano delle vere e proprie fattorie divise in tre diverse aree a seconda delle funzioni svolte. C’era un’area destinata ai padroni di casa; una, detta rustica, destinata al personale e una terza detta fructuaria che era quella produttiva.
In queste ville si producevano prodotti come olio e vino. Ogni villa era abbastanza autonoma e produceva un certo surplus da vendere. In una delle immagini potete vedere la cella vinaria di Villa Regina. Si tratta di una serie di anfore interrate per conservare meglio il vino. L’interramento, infatti, garantiva il mantenimento di una temperatura più costante.
La datazione dell’eruzione
Quando si è cercato di datare l’eruzione del Vesuvio i dati provenienti da Villa Regina sono stati fondamentali. Come sapete, non ci sono dubbi sull’anno dell’eruzione, il 79 d.C., ma si è sempre discusso sul mese.
La data tradizionale è il 24 agosto, questo almeno è quello che dicono le lettere di Plinio il Giovane, ma molti studiosi, già a partire dal ‘600, si sono detti poco convinti della cosa. Molti ad oggi propendono per una data autunnale, come il 24 ottobre e questo anche per i dati provenienti da Boscoreale.
Si sa che in epoca romana, quando ci si preparava alla vendemmia, i d’olio, i contenitori interrati di cui vi ho parlato, venivano svuotati. Il vino veniva trasferito nelle anfore e i d’olio puliti per accogliere il vino nuovo.
A quanto pare i contenitori di Villa Regina erano pieni per cui la vendemmia era già stata fatta. Sembra alquanto difficile immaginare che la vendemmia fosse già terminata il 24 agosto.
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