La solfatara di Pozzuoli. La terra dello zolfo
Se cercate la solfatara di Pozzuoli sappiate che capirete di essere arrivati nel posto giusto un bel pò prima di vederla. Questo per quel particolare odore di uova marce che la caratterizza. È un odore che vi investe subito e che a molti dà fastidio ma è proprio dello zolfo e Solfatara viene da Sulpha Terra cioè Terra dello Zolfo.
Molti autori antichi ci hanno lasciato una descrizione di questo luogo unico, come ad esempio Strabone e Petronio. Le fonti concordano nel dire che l’area veniva associata ad Efesto, il famoso fabbro degli dei, colui che forgiò anche le armi di Achille. Effettivamente i fumi facevano pensare a una fucina anche se in generale lo scenario è più spettrale.
Fucina o non fucina ai romani importava poco, quel che importava era che in questa zona si potevano trovare materie prime di prima qualità come l’allume. Questa sostanza veniva usata per fare tantissime cose, ecco perché era preziosissima. La si usava per fissare il colore sulle stoffe, per ammorbidire la pelle, per creare filtri d’amore e anche per determinati farmaci.
L’allume, nello specifico, si usava per fermare le emorragie. Nei tempi passati chi era solito farsi la barba da solo era spesso munito di matita all’allume per fermare il sanguinamento di eventuali tagli. La zona, nota anche come Colli Bianchi, prendeva questo nome proprio a causa dell’allume e del caolino che davano al cratere questo colore biancastro che potete notare ancora oggi. Sembra quasi di essere in un paesaggio lunare a dirla tutta.
La Solfatara peraltro, si trovava in una delle città più fiorenti e ricche del periodo romano.
Un vulcano relativamente giovane
La nascita della Solfatara di Pozzuoli viene fatta risalire a circa 4000 anni fa, per cui si può considerare questo cratere come uno dei più giovani della zona. I Campi Flegrei, come sappiamo, sono ancora oggi molto attivi e composti da vulcani molto antichi. Una caldera con un diametro di 15 km e una ventina di vulcani che sono noti col nome di Super Vulcano dei Campi Flegrei.
Per saperne di più del supervulcano
La Solfatara è dunque un cratere quiescente, caratterizzato da tutta una serie di fenomeni molto particolari. Ci sono ad esempio le fangaie, vale a dire fanghi bollenti che raggiungono i 70-80° C. Le fangaie sono caratterizzate da bolle che esplodono a causa del calore e dalla presenza di un’alga unica perché sopravvive a temperature proibitive e per questo detta alga Termofila.
Ci sono poi le fumarole. Queste sono caratterizzate dai soffioni, vale a dire sbuffi di gas a temperature elevatissime, parliamo di 130/165° C. La camera magmatica, che si trova nel sottosuolo, surriscalda l’acqua che attraversa la falda che si trova sopra la camera generando questo effetto particolare.
La solfatara di Pozzuoli secondo i turisti
La solfatara di Pozzuoli è sempre stata una delle mete più gettonate del tour in Campania. Nell’800, col romanticismo, divenne una tappa fondamentale del Grand Tour. La natura, anche nelle sue forme pìù pericolose, affascinava i viaggiatori i viaggiatori a quel tempo e cosa c’è di meglio di una visita in un cratere vulcanico?
In un primo momento il vulcano venne frequentato per beneficiare degli effetti dello zolfo e dei fanghi. I Campi Flegrei sono stati sempre famosi per le acque termale del resto. In questa zona si curavano malattie degli occhi, della pelle e respiratorie. Nell’ottocento si arrivò a scavare due grotte nel fianco della montagna per fare le stufe. Le due grotte venivano chiamate, ovviamente, Inferno e Purgatorio. A un certo purato si diffuse anche la teoria per la quale, inalando i fumi della solfatara, si potevano ottenere effetti afrodisiaci per cui il via vai aumentò.
Poi col tempo il cratere è diventato meta di turisti e ha sempre affascinato moltissimo. Tanti sono venuti per ammirare le fumarole, le stufe e la fangaia. Il problema è che molti, una volta in loco, dimenticano di non essere in un sito qualunque ma in un vulcano. Purtroppo qualche anno fa è avvenuto un incidente che ha portato alla morte di tre persone. Da allora la solfatara è chiusa al pubblico ma può essere ammirata dall’alto.
Ovviamente il sito può essere visitato in combinazione con altri luoghi che caratterizzano i Campi Flegrei, come ad esempio la città di Pozzuoli, Cuma e Baia.
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