La tomba del tuffatore: il pezzo forte di Paestum
La tomba del tuffatore è un reperto unico che si trova a Paestum, 9 km a sud del fiume Sele, come diceva il geografo Strabone, fondata alla fine del VII secolo a.C. La storia di questo sito è molto lunga e articolata, ecco perché vi invito ad approfondirla. Questo articolo però si concentra su quello che è considerato il pezzo forte del Museo Archeologico del sito. Se volete sapere di più sulla storia del sito cliccate sul link di seguito.
Paestum. Dai greci ai romani. Un viaggio lungo 2000 anni
La tomba del tuffatore è stata rinvenuta il 3 giugno del 1968 presso la necropoli di Tempa del Prete, una delle tante che si trovano all’esterno della cinta muraria dell’antica Paestum. Di tutte le tombe questa però è la più particolare e questo non solo per il tipo di decorazione.
I greci, infatti, non erano soliti dipingere le sepolture in questo modo per cui si è pensato che la tomba fosse frutto di una perfetta fusione tra cultura greca e cultura locale. Insomma i temi sono greci e la scelta di decorare la sepoltura, invece, tipicamente locale con i cui i greci si fusero.
La sepoltura fu datata al 480/470 a.C. A circa ottant’anni dall’arrivo a Paestum dei Lucani. Siamo quindi nel pieno del periodo greco della città.
Le lastre della tomba
Le lastre che caratterizzano la tomba del tuffatore sono cinque, quattro che rivestono la parte interna della tomba sui lati e una posta in cima a chiusura. La sepoltura ha una forma rettangolare per cui sui laterali abbiamo due lastre lunghe e due corte.
I lati lunghi
Le lastre lunghe rappresentano scene di un simposio, il tema in questo caso è abbastanza evidente. Su ogni lato abbiamo tre triclini e cinque commensali. Su quattro dei sei letti ci sono delle coppie, come potete vedere dalle immagini, mentre su due abbiamo due soggetti singoli.
Uno dei due invitati che non hanno un compagno tiene in mano una coppa. Se lo si osserva bene si può notare che uno degli uomini sul letto accanto pure tiene una coppa ma in una posizione anomala. Quella posa strana è dovuta al fatto che i due stanno giocando al kottabos, un gioco tipico dei simposi. Uno dei due giocatori doveva lanciare un pò di vino rimasto nella coppa in modo da centrare la coppa dell’altro. Proprio come avviene nella lastra.
Sull’altra lastra lunga, invece, troviamo un uomo solo che sembra porgere la lira a qualcuno, la posizione, infatti, non fa pensare a qualcuno che sta suonando. L’ipotesi è che il convitato stesse porgendo lo strumento a qualcuno che non è ancora arrivato, molto probabilmente il defunto stesso.
I lati corti
Sui lato corti della tomba del tuffatore troviamo in un caso una specie di processione cui prendono parte una suonatrice (in bianco), un giovane (al centro e senza barba) e un uomo adulto (dietro il giovane e con la barba).
L’altra lastra corta è caratterizzata da un tavolo con sopra un contenitore nel quale viene preparato il vino per il simposio e infine un uomo che si accinge a prendere la bevanda.
Queste lastre non ci aiutano a chiarire l’identità del defunto come non ci aiuta il corredo funebre caratterizzato da pochi pezzi. C’è solo una lekythos attica a figure nere e i resti di una tartaruga che, secondo alcuni, sarebbe riconducibile a una lira.
La tradizione, infatti, ricorda che la prima lira fu fabbricata dal dio Ermes usando il guscio di una tartaruga e interiora di animali per le corde. Apollo, dio della musica, apprezzando il suono emesso da quello strumento se lo fece regalare. Del resto sulle lastre lunghe, come abbiamo visto, è rappresentata una lira, quindi possiamo ipotizzare che il defunto amasse la musica e fosse in grado di suonare.
La lastra di copertura della tomba del tuffatore
Veniamo ora alla lastra che dà il nome alla tomba, quella di copertura. La scena ha uno sfondo bianco e negli angoli delle palmette rosse con una cornice. La scenografia è caratterizzata molto semplicemente da due alberi secchi e dell’acqua nella quale sta per tuffarsi un giovane. Il ragazzo si è tuffato da una struttura caratterizzata da due colonne.
È palese che si tratti di un tuffatore ma cosa c’entra come tema con la morte? Chi ha studiato la tomba ha ipotizzato che le colonne che fanno da base al tuffatore siano le famose colonne di Ercole, quelle che delimitavano per i greci la fine del mondo. Il salto compiuto dal tuffatore sarebbe quindi un salto verso l’ignoto.
Al di là delle colonne di Ercole c’era proprio l’ignoto, quell’ignoto che in vita solo Ulisse aveva osato sfidare. Il tema sarebbe dunque quello del passaggio nell’aldilà che, per quanto potesse essere descritto da miti e leggende, per molti restava qualcosa di sconosciuto.
Tra le altre ipotesi una più recente parla di una prova di coraggio cui si sottoponevano i giovani delle famiglie di alto rango della città prima di lasciare la famiglia e svolgere una specie di servizio militare. Le prove di questo tipo sono abbastanza frequenti nelle civiltà antiche dove il passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta non avveniva al raggiungimento di una data età. Un tempo, infatti, bisognava dimostrare di essere diventati adulti.
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