Piazza del Plebiscito a Napoli

Piazza del Plebiscito

Piazza del Plebiscito, Napoli e il problema delle piazze

Piazza del Plebiscito è ormai il simbolo di Napoli, nonostante ciò, forse non ve ne sarete mai accorti ma Napoli ha un serio problema con le piazze. Napoli, pur essendo una delle città storiche d’Italia, non può vantare delle piazze “storiche”. La stragrande maggioranza delle piazze cittadine, infatti, è stata sistemata in epoca relativamente recente.

Piazza del Plebiscito, infatti, risale agli inizi del XIX secolo, Piazza Cavour alla fine dello stesso secolo mentre di poco precedente (fine XVIII secolo) è Piazza Dante. In una città con una storia lunga due millenni capirete che cento o duecento anni fa non sono poi tanti. Ma dove sorgono queste piazze prima cosa c’era? C’erano degli slarghi.

In città, cioè all’interno delle mura dell’antica Neapolis, trovate le piazze più piccole come Piazza San Domenico, Piazza del Gesù, Piazza Riario Sforza. Tutte queste piazze sono nate per volere di religiosi e privati. Il clero cercava, infatti, di lasciare degli spazi aperti davanti alle chiese per le funzioni religiose. I privati, invece, volevano che i loro splendidi palazzi non fossero offuscati da altre costruzioni e così cercavano di lasciare spazi aperti davanti agli ingressi principali.

Le piazze più grandi oggi sono all’interno del perimetro urbano ma un tempo non erano che slarghi strategici all’esterno delle mura cittadine. Alcune erano utilizzate per le manovre militari, altre come mercati e altre ancora come luoghi di spettacoli ma si trattava pur sempre di spazi aperti e non monumentalizzati.

Piazza del Plebiscito

Piazza del Plebiscito un tempo veniva chiamata largo di Palazzo, perché appunto non era altro che un largo davanti al palazzo reale. Qui si svolgevano tutte le manifestazioni relative all’attività di corte e le parate, specie nel periodo vicereale. A chiudere la piazza c’erano dei palazzi e degli edifici religiosi che ormai non esistono più. Insomma, in un primo momento era molto diversa rispetto a come la vediamo oggi. Ad esempio un tempo all’estremità della piazza, dal lato che dà verso mare, c’era la fontana del Gigante che oggi, invece, si trova sul lungomare.

La fontana in questione fu realizzata da due grandissimi artisti, vale a dire Michelangelo Naccherino e Pietro Bernini, padre del più noto Gianlorenzo. Se andate a dare un’occhiata alla fontana non vedrete nessun gigante e allora vi chiederete come mai viene chiamata la fontana del Gigante. Il nome è dovuto al fatto che, un tempo, accanto alla fontana, era collocato il busto di un Giove gigantesco trovato a Cuma e noto, per le sue dimensioni, come il Gigante. La statua fu poi rimossa e la fontana è oggi nota anche come fontana dell’immacolatella a causa dell’omonimo palazzo presso il quale sorge ora.

Molte cose sono cambiate dal ‘600 ad oggi ma un’idea di come era la piazza qualche tempo fa potete farvela andando a Palazzo Zevallos su via Toledo. Qui è conservata una tela dell’artista Gaspar Van Wittel (italianizzato in Vanvitelli e padre del ben noto Luigi Vanvitelli) che rappresenta il largo (vedi foto).

Palazzo Zevallos

Piazza del Plebiscito in epoca borbonica

La piazza è cambiata tantissimo con l’arrivo dei Borbone. Come sapete il palazzo reale già c’era però la facciata fu modificata con l’arrivo di Carlo di Borbone e solo dopo queste modifiche divenne così come la vedete ora.

Il colonnato che fiancheggia la chiesa di San Francesco di Paolo, invece, fu voluto da Gioacchino Murat, che fu re di Napoli all’inizio dell’800. Quando Napoleone conquistò il regno, lo consegnò prima al fratello, Giuseppe Bonaparte, e poi al cognato, Murat. A Piazza del Plebiscito Murat avrebbe voluto realizzare il Foro Gioacchino. L’idea era quella di creare un colonnato alle estremità del quale costruire due palazzi gemelli mentre al centro della piazza bisognava erigere una struttura circolare per le adunanze.

Un progetto importante che però non fu mai ultimato a causa della sconfitta di Napoleone e del ritorno dei Borbone. Ferdinando I, che all’epoca dei fatti era il legittimo sovrano, una volta rientrato decise di conservare il colonnato e i due palazzi gemelli ma di non completare il progetto secondo le indicazioni di Murat.

Due statue bistrattate

Al centro della piazza i Borbone non hanno fatto più costruire l’edificio delle adunanze ma una chiesa, che in realtà si trova proprio in mezzo al colonnato. Si tratta della Chiesa di San Francesco di Paola. Al centro della piazza ci sono oggi due statue, una rappresenta Carlo di Borbone e l’altra Ferdinando I.

La statua di Carlo fu progettata niente di meno che da Antonio Canova. Giuseppe Bonaparte voleva una statua per onorare il fratello Napoleone e così Canova progettò la statua di un condottiero a cavallo. Il condottiero però doveva girarsi verso dietro come a chiamare a raccolta le truppe.

Quando Napoleone fu sconfitto, di tutto il progetto era pronto solo il cavallo e così Ferdinando I chiese a Canova di cambiare il soggetto dell’opera. Con Napoleone fuori gioco perché non mettere il caro paparino del re sul cavallo? È per questo che oggi vedete Carlo di Borbone a cavallo ma non voltato a chiamare le truppe.

Queste due statue sono lì, nessuno le nota più di tanto o al massimo vengono usate per una specie di iniziazione. Le persone che arrivano in piazza per la prima volta vengono, infatti, prima bendate e poi fatte girare su sè stesse. Una volta fatto questo le si invita a passare in mezzo alle due statue. Cosa quasi impossibile.

Piazza del Plebiscito cambia ancora.

Il tempo passa e la piazza cambia ancora. Restano Palazzo reale, il colonnato e i palazzi gemelli (che oggi ospitano il comando militare regionale e la prefettura). Cambia prima di tutto il nome.

Il 21 ottobre del 1861 viene proclamata, con un plebiscito, l’unità d’Italia e così la piazza cambia nome. Dopo qualche tempo al centro della piazza viene sistemata una fontana che poi sarà rimossa per far posto, alla fine del XX secolo a un parcheggio. Una volta trasformata la zona in una ZTL la piazza cominciò a ospitare istallazioni di arte moderna. Una delle più discusse fu quella che portò in piazza tantissimi teschi che furono incastrati nel basolato per ricordare la tradizione del culto delle anime del purgatorio.

Il cimitero delle Fontanelle

Agli inizi del ‘900 poi sorse il caffé Gambrinus, ultimo elemento caratteristico della piazza.

Forse non sapevi che…

Napoli è stata una delle prime città ad avere l’illuminazione pubblica a gas e le prime lanterne furono posizionate proprio a piazza del Plebiscito o meglio sulla facciata della chiesa di San Francesco di Paola.

Visite guidate

Se volete scoprire tutti i segreti della piazza e degli edifici che la circondano, scegli il mio tour dedicato alla Napoli dei Borbone Clicca qui

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Piazza del Plebiscito a Napoli
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Piazza del Plebiscito è una delle piazze più famose d'Italia. Simbolo della città di Napoli è un concentrato di storia. Scopri tutti i suoi segreti.
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