Le terme di Baia e le vacanze dei ricchi romani
Nei Campi Flegrei si trova un luogo che un tempo era il vero ombelico del mondo. Una terra fertile, ricca di acque termali e panorami stupendi che hanno attirato uomini comuni e personaggi di spicco. Baia prende il nome da uno dal nocchiero del mitico Ulisse, Baios, ed è stata in epoca romana uno dei luoghi di villeggiatura più apprezzati.
Personaggi del calibro di Cicerone, Agrippa, Nerone, Agrippina e Adriano hanno scelto questo luogo per godersi la vita e a volte anche per spirare gli ultimi aneliti di vita. L’imperatore Adriano, infatti, morì proprio a Baia. Qui visse gli ultimi istanti della sua esistenza anche il nipote di Ottaviano Augusto, Marcello e sempre qui, o meglio a Bacoli, morì assassinata la potentissima Agrippina.
C’è chi, come Orazio, osanna le bellezze di Baia definendole uniche al mondo e chi, invece, come Seneca, se ne lamenta. Insomma proviamo a immaginare Baia come un luogo di villeggiatura dove si può trovare la pace ma dove si può anche fare ciò che a Roma è sconsigliato. Un eccessivo sfoggio di lusso nell’Urbe era considerato scorretto, a Baia no.
Cattive recensioni
Se molti amavano Baia alcuni la ritenevano un luogo di perdizione, come dicevamo. Terenzio Varrone dice che le donne diventavano pubbliche prostitute e i vecchi si comportavano in modo indegno. C’era chi sosteneva addirittura che qui le donne arrivassero Penelope per poi andare via Elena (di Troia ovviamente).
Uno dei più critici nei confronti di questo luogo così spettacolare era Seneca che la menziona nella sua lettera (V,51) all’amico Lucilio. Il filosofo sostiene insomma che Baia è invivibile perché le spiagge sono pieni di ubriachi e sulle barche si fanno feste e concerti. Sembra tanto un’Ibizia dell’epoca romana insomma.
Quindi a Baia si veniva per le terme o con la scusa delle terme per divertirsi. L’unica cosa certa è che le Terme di Baia dovevano essere frequentatissime. Basta osservare la pianta per rendersi conto del loro numero e della loro estensione.
L’area archeologica
La villa e le piccole terme
L’area archeologica di Baia è una delle più complesse da visitare. Senza una guida si corre il rischio di uscire delusi. Non è semplice comprendere l’evoluzione di un luogo simile ma non è neanche impossibile.
Cominciamo col dire che l’area è divisa in settori: la villa, le piccole terme, le terme di livello intermedio, le Terme di Venere, il settore della Sosandra, il settore di Mercurio. Dalla biglietteria, entrando, ci si trova subito nella villa, detta dell’ambulatio per via di un portico che la caratterizza. Questa villa presenta più livelli ognuno appoggiato su una delle terrazze che dalla parte alta della collina vanno verso il mare. Il primo nucleo della villa risale al I secolo a.C. ma purtroppo non ci è dato sapere il nome del proprietario.
Accanto alla villa si trovano le cosiddette piccole terme. Secondo alcuni si tratta di un impianto termale privato, in un primo momento privo di frigidario (stanza fredda), trasformato in un secondo momento in un impianto pubblico. Questo piccolo impianto si trova nella parte alta del complesso per cui offre bagni di calore secco naturale ma non acque termominerali.
Che significa? Che l’acqua utilizzata in questo impianto è normalissima acqua che viene riscaldata quando necessario e utile a lavarsi. Non ha dunque proprietà termominerali utili per delle terapie. L’aria, invece, viene direttamente dalla montagna e viene immessa nell’ipocausto, il condotto sotterraneo usato per riscaldare le terme. In questo modo si sfrutta l’aria naturalmente calda per far funzionare l’impianto senza bisogno di un premurino, un forno. Ad Agnano, che pure si trova nei Campi Flegrei, l’aria proveniente dalla montagna veniva invece immessa direttamente nelle sale.
Terme di Venere e settore di Mercurio
Le vasche piene di acqua termale sono quelle degli impianti che caratterizzavano la parte bassa del complesso. Fatto sta che alle terme di Baia si poteva venire tanto per rilassarsi quanto per sottoporsi a delle cure. Ai tempi dei romani già si conoscevano alcune delle proprietà curative delle terme. Molti venivano qui per curare malattie della pelle, degli occhi e l’artrite.
Nel settore di Venere si trova il cosiddetto tempio di Venere. Questo, insieme ai cosiddetti templi di Mercurio e di Diana, sono gli edifici più grossi dell’intera area. Definiti templi a causa delle loro dimensioni ma in realtà sale appartenenti a diversi impianti termali. Il tempio di Mercurio, ad esempio, era una natazio con tanto di acque termominerali.
Il bradisismo e l’accumulo di materiali fangosi hanno pian piano parzialmente sepolto gli edifici della parte bassa rendendone impossibile l’utilizzo. L’intera area archeologica, un tempo fiore all’occhiello dell’aristocrazia romana, cadde così in disuso. In anni recenti la situazione è peggiorata in seguito alla costruzione di diversi edifici che hanno creato un vero e proprio muro tra le terme e il mare un tempo connessi.
Il settore della Sosandra
Quest’are, che è forse la più particolare dei tutte, è caratterizzata da un ninfeo teatro e da un’enorme piscina. Il ninfeo ha una forma a ferro di cavallo da cui il nome di ninfeo teatro. Secondo alcuni si trattava di un vero teatro poi trasformato in ninfeo per i giochi d’acqua, fatto sta che è una struttura molto particolare. Forse si tratta dell’ebeterion che, secondo la tradizione, fu fatto costruire a Baia per permettere ai membri della flotta di Miseno di riposarsi.
L’area è nota come settore della Sosandra perché qui, negli anni cinquanta del novecento, furono rinvenuti i resti di calchi in gesso di statue greche e copie di originali greci. Tra queste ultime una Afrodite Sosandra, oggi al Museo Archeologico di Napoli. Una delle poche Afrodite completamente coperte. Come sappiamo, infatti, in genere la dea della bellezza è quasi completamente nuda.
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I calchi in gesso sono, invece, ciò che rimane di una delle botteghe di copie greche più famosa dell’antichità. I calchi servivano a creare le copie che venivano poi vendute ovunque. Secondo diversi studiosi, alcune delle statue della Villa imperiale di Tivoli, sarebbero state prodotte proprio da questa officina. Del resto Adriano era follemente innamorato di Baia e vi trascorse diversi momenti della sua vita.
Visite guidate
Provate a immaginare come doveva essere questo complesso duemila anni fa e se non ci riuscite affidatevi a una guida turistica. Nei Campi Flegrei esistono luoghi unici e poco noti, lasciatevi condurre per mano alla scoperta di questo mondo unico per gli amanti dell’archeologia e non solo.
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